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Posso dire di conoscere Alain fin dai suoi esordi nella magia e, come lui, nutro da sempre una grande passione per il close-up. Ho seguito l’excursus che lo ha visto trasformarsi da appassionato dilettante in appassionato professionista e conquistare infine un proprio spazio all’interno di un “mercato” affatto facile e non certo molto aperto alle novità e ai nuovi professionisti. Quando ho iniziato a occuparmi di magia, il close-up non era una specialità professionale, nel senso che non era vendibile nel settore dello spettacolo dov’era la magia da scena, in tutte le sue varianti, a farla da padrone; il close-up era invece appannaggio dell’amatore colto e la sua collocazione privilegiata era il salotto. Io stesso, nato cardician, quando ho affrontato professionalmente il mondo dello spettacolo mi sono avvalso prima della magia generale e poi del mentalismo. Per molti anni, i palcoscenici naturali del mago professionista sono stati il night-club e il music-hall e gli artisti che navigavano in questi mari erano principalmente manipolatori o comunque artefici di numeri musicali collocabili internazionalmente. Da noi il bar o il restaurant magic, o ancora l’intrattenitore magico nel grande albergo, come l’americano Daniel Cross, erano, e forse sono, pressoché sconosciuti anche se molti artisti si sono incamminati su questa strada. Tra i primi, quasi un pioniere di questo settore, vi è sicuramente Alain Iannone che invece di seguire percorsi già battuti da altri, ha pensato di aprire spazi inediti allo spettacolo magico proponendo il suo close-up in nuovi ambienti come i pub e i ristoranti o in occasione di cene sociali e aziendali; situazioni certamente non facili perché presupponevano la reinvenzione non solo degli effetti ma anche del modo di presentarsi e di catturare l’attenzione del pubblico. Quindi non più il close-up tradizionale con il mago che lavora dietro un tavolo – che era comunque un palcoscenico – ma il mago che avvicinava lo spettatore seduto in attesa di mangiare o in piedi nel corso di un cocktail, situazioni per cui, anche nella letteratura magica, non vi erano molti esempi e codificazioni. Alain, per se stesso, ha fatto proprio questo, ha cioè “inventato” un modo di fare magia e di proporsi al pubblico nelle condizioni più diverse. Per fare ciò, ha dovuto non solo adattare o “inventare” nuovi effetti ma, soprattutto, creare una nuova figura di professionista capace di rinnovare gli schemi prima con il gestore di un locale o con l’organizzatore di una manifestazione e poi con il pubblico che non era pronto a uno spettacolo magico portato al proprio tavolo, a diretto contatto con lui. E Alain in tutto questo è perfettamente riuscito, superando ostacoli, modificando modi di essere, trovando soluzioni per le più diverse situazioni e tipologie di pubblico, da quello “studentesco” della birreria a quello raffinato della convention e, dopo anni di ricerca e lavoro, è riuscito a diventare ciò che è oggi: uno dei più apprezzati e ricercati professionisti del settore. Tutto questo suo percorso, arricchito dalle più svariate esperienze, è raccolto in questo libro, edito con la consueta eleganza da Florence Art Edizioni. Si tratta di un volume importante perché non nasce dalla teoria bensì dall’esperienza pratica di chi opera nella realtà del mercato di oggi; e che dà, a coloro che lo leggeranno e soprattutto lo studieranno, la possibilità di accorciare il proprio cammino di inserimento in questo “mercato del close-up” che è molto vicino a essere, almeno in Italia, il nuovo spazio di lavoro. Perché ciò sia attuabile è però necessaria un’accurata preparazione che può essere raggiunta proprio seguendo le linee guida tracciate e approfondite dall’Autore. Si tratta certo di un viaggio non facile ma Alain Iannone vi ha dato la “Porsche”: adesso, ammesso che abbiate la patente, sta a voi guidarla verso il successo. Per chiudere, un grazie all’Autore per aver condiviso le sue esperienze e l’augurio a voi di ogni successo.
Tony Binarelli
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