Secondo il padre dei Visual Studies W.J.T. Mitchell, tra il visivo e il verbale si schiude sempre uno spazio vuoto, non rappresentabile, un territorio conteso, luogo della separazione tra i sensi e i segni, tra l’estetica e la semiotica.
Imagetext di Federico Fastelli – professore di letteratura comparata presso l’Università di Firenze – si propone di analizzare tale dimensione assente a partire dal terreno principale in cui lo scontro tra immagine e parola è avvenuto, il testo letterario.
Alla discussione in sede teorica dei lineamenti di un’iconologia della letteratura, complementare alle acquisizioni di pragmatica dell’immagine della cultura visuale, seguono alcuni casi di studio. Sono quindi prese in esame opere che si offrono come esibizione di una utopica sintesi del visivo e del verbale, dal carme figurato alla poesia visiva, e altre che, al contrario, si pongono come occultamento e interdizione di ciò che non si deve vedere, ossia di un desiderio della visione ben esemplificato dalla figura letteraria del voyeur.
Alcuni dei temi trattati in Imagetext dunque sono i seguenti: letteratura visuale, poesia visiva, carme figurato, poesia concreta, Visual Studies, immagine e sguardo. Il campo di ricerca della letteratura comparata si estende in questo studio fino al cinema, con un’analisi originale de “La finestra sul cortile”, uno dei capolavori di Alfred Hitchcock.
“Ciò che faccio con le parole è farle saltare, perché il non verbale appaia nel verbale, […]; se amo le parole, è anche in ragione della loro capacità di evadere la forma che è loro propria […]. Se mi interesso alle parole è anche, paradossalmente, perché non sono discorsive, perché è così che le si può impiegare per far saltare il discorso.”
Jacques Derrida