Recensione di Paolo Carlucci: «[…] tono lieve e soffuso, cameristico di affetti familiari, colti nell’andirivieni del tempo che appunto si interiorizza in dettagli minimi e quotidiani, ma che l’autrice cesella con un afflato lirico, sincero e genuino […].»
Recensione di Carmelo Consoli: «[…] Trasmutazione che avviene nelle dimore della Carraroli e del marito […]. Dimore che hanno respiri e odori diversi dove c’è sempre la necessità di scrutare dentro e oltre la quotidianità delle cose e delle persone che compongono gli interni e gli esterni immediatamente vicini, fino ad allargarsi a orizzonti visionari per riconoscere e riconoscersi, confrontarsi, scoprire in definitiva quelle modalità di comportamenti (sogni compresi) che tanto spazio occupano nella manifestazione della nostra vita appartata, quasi segreta, vissuta nel chiuso delle stanze. […]»
Recensione di Anna Vincitorio: «[…] Questo paesaggio con riferimento a luoghi e cose è alternato a disegni a carboncino volutamente sfumati e indefiniti come lo sono i momenti della vita. Vita che Mariagrazia descrive con chiara semplicità. […]»
Recensione di Massimo Seriacopi edita su “Fronesis”: «Già a un primo impatto, […] ci si rende conto di trovarsi di fronte ad un’opera di accurata ricerca visiva ed evocativa […]. L’intensità che percorre e innerva l’intera serie di componimenti è riscontrabile, grazie anche a questa matura capacità di concentrazione e condensazione nitida, in ogni tratto espressivo […]. […] elemento fondamentale della cifra costitutiva di queste liriche, a ben guardare, è senz’altro anche la cura della selezione linguistica sapientemente attuata, quindi attraverso l’offerta di tali parole poetiche già viene delineata una delle colonne portanti del “sistema espressivo” messo in costruzione dall’autrice […].»
Recensione di Luciano Nanni: «Poesia. Dovendo definire certi tratti, tecnici se si vuole, si farebbe emergere una ritmica lieve, che sospende determinate soluzioni per seguire semmai un’arte figurativa anche con la parola, dove nelle descrizioni di interni s’intravede come presenza discreta ma decisiva la natura[…]. […] il pensiero si fa immagine o sua idea, e il mondo ricostruito produce un’armonia, insieme alle illustrazioni dei vari soggetti: e chi meglio di un gatto, interprete interno-esterno con le rondini, poteva rappresentare questa raccolta? La poesia è una forza che cresce in qualsiasi ambiente, così come la natura.»