«Vieni, accomodati, sei in un cesto di frutta e verdura. Mentre mangi immagina di stenderti fra bietole e ciliegie e fichi d’India, puoi vederli, ecco, laggiù in fondo. Ora di nuovo, per favore, immagina la scena: tu sei lì supina che appiattisci un’arancia con la forza, poi t’imprimi la buccia rugosa sulla pancia, pesti i pomodori, piano... piano, così, fai scivolare le natiche sul sugo, ghermisci tutto sempre più velocemente, introduci ogni cosa nella bocca, stringi i peperoni lisci e lucidi tra i muscoli contratti delle cosce, poi di nuovo ti contorci per raggiungere col labbro anche i più impervi intrichi di ginepro [...]. È questo il sesso, Anna.
È la storia di un’intensa quanto breve relazione amoroso-sessuale, dove i protagonisti giocano l’antico gioco dell’amore, per scoprire che si tratta d’un gioco narcisistico di potere. Quella che potrebbe venire considerata una delle infinite banalissime storie d’amore assume i contorni d’un thriller psicologico, dove la “vittima” anziché venire uccisa risulta redenta dal pregiudizio narcisistico di voler a tutti i costi farsi amare. [Serafino Massoni]»