<<[...] Oltre alle ragioni e ai tempi del mio "poetare", queste liriche parlano del sole grande e delle notti insonni, di lune pallide di campi arati e di boschi, di albe e di tramonti, di alberi e fiori, di sorrisi e di morte, e qualche volta di Dio... Si tratta più o meno degli stessi soggetti delle poesie precedenti (con queste sono duecentoquattro quelle pubblicate finora): ma è chiaro che non si può innovare molto quando si sono superati i settanta! Le poesie che parlano o accennano, o solo sfiorano la morte sono più numerose in questa raccolta: ma anche questo era inevitabile. [Paolo Dal Poggetto]>>
Paolo Dal Poggetto
Paolo Dal Poggetto è nato a Firenze nel 1936. Laureato all'Università di Firenze in Storia dell'Arte con Roberto Longhi, è stato ispettore presso la Soprintendenza fiorentina dal 1966 e ha partecipato al salvataggio del patrimonio artistico della città dopo l'alluvione. Vicedirettore del Laboratorio di Restauro della Fortezza da Basso, e direttore del Museo delle Cappelle Medicee; nel 1975 ha scoperto, in alcuni ambienti della Sagrestia Nuova, e poi studiato e pubblicato i grandi Disegni murali di Michelangelo e della sua scuola (1979). Soprintendente per i Beni Artistici e Storici delle Marche dal 1979, è stato artefice di mostre importanti e di altrettante numerose pubblicazioni. In pensione dal 2003, è rientrato a Firenze. Poeta schivo e nascosto, solo a partire dai cinquant'anni ha pubblicato sue liriche: Rubini azzurri (1984) che raccoglie solo poesie scritte dopo il 1979; Occhi color del vento (1990), e La luna anch'io, e piangere e giocare (1994). Dopo molti anni di silenzio, nel 2006 al compimento del suo 70° anno ha pubblicato Giardino d'avorio, otto liriche scritte e corrette tra il 1957 e il '61, alzando un velo sugli inizi della sua attività poetica. Quindi, nel 2007 ha dato alle stampe Luce dentro altra luce, quarantotto poesie scritte tra il 1994 e il 2003; e, a fine 2008, Da lontano la vita, poesie dal 2004 al 2008.
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