“In mezzo a questo dissidio, riprendo possesso della casa. A mio modo. Facendo ordine. Un diverso ordine, che porterà, come sempre, un gran caos. Mi affannerò per giorni a cercare questo e quello nei posti che, invece, sono occupati da altro. È come se giocassi, con quella parte di me che stringe e non lascia l’infanzia, al vecchio gioco: Acqua, fochetto, fuoco!”
“Se guardi Orvieto dal punto del Duomo che volta le spalle alla piazza, il cielo sprofonda ed è mare esso stesso, senza ormeggi e senza orizzonte. Su quel mare d’azzurro impalpabile, l’universo di quel piccolissimo grumo del mondo galleggia ed è fermo. Questo è il luogo che vorrei vedere con te.”
Dopo un lutto che ha fermato la vita del personaggio femminile, capita un fatto che prosciuga il tempo e lo chiude in un punto dove passato e presente si saldano e sembra possibile, in grande età, riprendere per mano l’adolescenza e l’entusiasmo fresco del primo sogno d’amore.
Così ha inizio una storia breve e intensa, una storia dell’anima che fa di pochi giorni la traversata à rebours dell’intera vita, in cui ieri e oggi si fondono in un sempre destinato al mai.