Un libro un po’ autobiografico, un po’ amaro, un po’ tenero, un po’ storico, un po’ critico, un po’ arrabbiato, un po’ preoccupato sulle sorti dell’umanità e – con sano egoismo – di questo Paese. La Storia. L’autrice le assegna l’iniziale maiuscola, forse a ragione. Studiarla è un po’ come guardare negli occhi i propri genitori, amarli e un poco compatirli. L’amaro confronto tra il fervore della Resistenza e le povere condizioni che oggi viviamo, tra la voglia di fare del dopoguerra e la passiva rassegnazione che spesso distingue i giorni che ci tocca vivere, è sconfortante, ma la rievocazione di persone altamente positive rinvenute nel nostro passato remoto o recente riesce talvolta a far da contrappeso.