È la storia di un viaggio fantastico nel mondo dell'al di là. Il protagonista, che racconta in prima persona, è un intellettuale decadente trascinato dalla follia. Ma il messaggio dell'autore è quanto mai vario e molteplice: ricco di incursioni autobiografiche e intriso di nostalgia, priva però di accenti patetici o ridicoli perché costantemente stemperata dall'umorismo come rimedio al dolore, dall'ironia che non diventa mai sarcasmo, addirittura poetico fino alla certezza - che l'io narrante acquista nell'ultimo tratto - di cantare un'epopea moderna della sua fanciullezza empolese. Ed è Empoli, patria dell'autore, il punto d'arrivo del folle viaggio, più sconcertante che narrativo, ma altrettanto moderno anche per il linguaggio, ora intellettuale ora municipale e anacolutico tutto a servizio di una vivacità e immediatezza vicine a quelle della lingua parlata.